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Figura 1. Colonia di Chaga su albero di betulla.
Tabella 1. Confronto dei livelli di SOD attivi in due funghi medicinali rispetto al Chaga. Fonte: Ingram, Cass. D.O. Wild Forest Chaga. The King of All Herbs, Mushroom of Immortality. 2010.
Il Chaga, Inonotus obliquus, è un fungo appartenente alla famiglia delle Hymenochaetaceae; è un parassita degli alberi di betulla (Figura 1) e cresce nelle foreste delle regioni fredde dell’emisfero settentrionale, in particolare nel nordest europeo, nella Russia siberiana, in Corea, in Canada e nell’isola di Okkaido.
In etnomedicina si utilizza generalmente quello proveniente dalla Russia e dei paesi dell’Est europeo.
E’ stato utilizzato come antico rimedio popolare per trattare malattie degenerative, ulcere, gastriti e tubercolosi.
Il Chaga è diventato popolare, nei paesi occidentali, grazie al libro autobiografico del premio Nobel Alexander Solzhenitsyn, intitolato “Padiglione Cancro” (edito in Italia dall’Einaudi nel 1968). In questo libro, egli narra la sua guarigione dal cancro grazie al decotto di Chaga, dopo l’insuccesso delle terapie ufficiali.
Come molti dei funghi, il Chaga è ricco di:
Il Chaga ha la più alta quantità di SOD di tutti i nutrienti finora scoperti, fino a cinquanta volte di più degli altri funghi medicinali (tabella 1)[1].
È importante che si utilizzino solo funghi di derivazione naturale poiché quelli coltivati (artificialmente o in laboratorio) contengono percentuali ridotte di principi attivi ed alcuni di essi non sono assolutamente presenti (es. acido betulinico).
Il Chaga viene tradizionalmente ridotto in polvere e assunto sotto forma di infuso o decotto.
Il ricco corredo di principi attivi del Chaga comprende molecole appartenenti alle classi dei terpeni/terpenoidi, peptidi, steroli, polifenoli e polisaccaridi, tutti potenzialmente attivi nei confronti delle cellule cancerose[2].
Per questo motivo negli ultimi dieci anni il Chaga ed i suoi estratti sono stati sottoposti a test in vitro per valutarne i possibili effetti sul cancro.
Ad esempio: il triterpenoide Inotodiolo ha mostrato di avere effetti inibitori sulla carcinogenesi[3], e una azione antiproliferativa per induzione dell’apoptosi[4].
Anche i polisaccaridi contenuti nel Chaga hanno mostrato potenziali effetti antitumorali sia per la loro azione antiossidante[5] che per il loro effetto immunostimolante[6].
Come accennato, il Chaga contiene polisaccaridi ad azione antiossidante ma soprattutto è una ricca fonte di SOD (Super Ossido Dismutasi)[1], enzima dall’elevato potere antiossidante e di fondamentale importanza per il mantenimento del corretto stato ossidoriduttivo cellulare, poiché permette l’eliminazione dello ione superossido (prodotto continuamente in piccole quantità in condizioni fisiologiche e in misura maggiore in diversi stati patologici) che, in presenza di metalli di transizione, può essere trasformato in specie radicaliche dell’ossigeno dotate di elevata tossicità.
La presenza di composti polifenolici[7-8] e polisaccaridi[9-10] integra e potenzia le capacità antiossidanti del Chaga.
Gli estratti di Chaga hanno anche mostrato effetti antiinfiammatori in numerosi test, sia in vitro che in vivo[11-12-13].
Vari studi hanno evidenziato come gli endo-polisaccaridi del Chaga siano in grado di modulare e stimolare l’azione del sistema immunitario[14-15]: gli estratti di Chaga possono, ad esempio, promuovere l’attivazione dei macrofagi potenziando la risposta immunitaria[16].
L’azione antiossidante e antiinfiammatoria degli estratti di Chaga può avere un ruolo protettivo anche nei confronti dell’insorgenza e della progressione delle patologie neurodegenerative come il morbo di Parkinson[17].
Parallelamente all’azione immunostimolante, gli estratti acquosi di Chaga hanno mostrato effetti antivirali per inibizione dei meccanismi di penetrazione cellulare dei virus[18-19].
Il Chaga ed i suoi estratti trovano impiego anche come attivi cosmetici e cosmeceutici.
La sua azione antiossidante può essere utile nella prevenzione dei danni ossidativi da raggi UV. Esperimenti in vivo (ratti) hanno evidenziato la capacità del Chaga di ridurre l’ispessimento della cute e la comparsa di rughe indotti da raggi UV così come aumenta la sintesi del collagene [20] contribuendo così a ridurre il processo di senescenza della pelle.
Alcuni studi hanno investigato le potenziali attività del Chaga sul metabolismo. In particolare sono stati studiati i potenziali effetti nel diabete.
Gli estratti di Chaga hanno mostrato di poter ridurre l’iperglicemia e il danno pancreatico nei topi diabetici[21-22], prefigurandone il potenziale impiego nel trattamento del diabete[23-24].
L’Estratto Secco di Chaga Titolato al 25% in Betaglucano è prodotto esclusivamente a partire da estratti acquosi di Chaga proveniente dalle regioni artiche della Finlandia, al fine di ottenere e preservare il maggior numero e le maggiori concentrazioni di principi attivi. L’estratto è microincapsulato (per aumentarne la biodisponibilità), privo di conservanti e additivi e 100% biologico.
DESCRIZIONE | L’Estratto Secco di Chaga titolato al 25% in betaglucano è una polvere microincapsulata prodotta a partire dal fungo Inonotus Obliquus. |
INCI | INONOTUS OBLIQUUS EXTRACT (and) MALTODEXTRIN |
CONCENTRAZIONE | 50 +/- 1% di estratto di Chaga |
ECCIPIENTE | 50 +/- 1% Maltodestrina (agente microincapsulante) BETA-GLUCANO 25 +/- 5% (spettrofotometrico) |
POLIFENOLI | 5 +/- 1% |
ORAC | 60.000 +/- 5.000 µmol TE7/100g (Oxygen Radical Absorbance Capacity) |
ASPETTO | polvere fine marrone scuro GRANULOMETRIA > 60 mesh |
DENSITÀ | Max. 5.0% |
UMIDITÀ | 0-5% |
SOLUBILITÀ | 99.9% solubile in acqua (alle dosi raccomandate) |
ODORE | leggero aroma non caratteristico |
SAPORE | sapore forte e caratteristico |
CONSERVANTI | nessuno |
ADDITIVI | nessuno |
IRRAGGIAMENTO | nessuno |
SCADENZA MASSIMA | due anni dal confezionamento se conservato nel contenitore originale, sigillato, al riparo dalla luce e alla normale temperatura ambiente |
METALLI PESANTI | nella norma (direttive UE EC 1881/2006 , EC 629/2008 e EC 420/2011) |
MICROBIOLIGIA | nella norma |
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