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Le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) parlano chiaro: “entro il 2050, la popolazione mondiale di età pari o superiore a 60 anni raddoppierà (2,1 miliardi), mentre il numero di persone di età pari o superiore a 80 anni dovrebbe triplicare tra il 2020 e il 2050 per raggiungere i 426 milioni”.
Con l'aumento dell'età media della popolazione cresce inevitabilmente anche la percentuale di persone affette da patologie cronico-degenerative correlate all’invecchiamento, tra le quali il declino cognitivo è considerato una delle condizioni più impattanti. Durante l'invecchiamento nel nostro cervello si registrano infatti una perdita di neuroni corticali, una riduzione del numero di sinapsi e del metabolismo del glucosio che possono alterare le funzioni di apprendimento e memoria. La presenza di malattie cerebrovascolari associate all'età, come ipoperfusione e ischemia cerebrale, lo stress ossidativo e l'infiammazione rappresentano ulteriori fattori di rischio che possono contribuire a peggiorare il deficit cognitivo.
Oltre a seguire uno stile di vita sano, fare esercizio fisico e tenere allenata la mente, assicurarsi un apporto nutritivo ottimale è una delle strategie più utilizzate per supportare la memoria e le performance cognitive.
Tra gli ingredienti nutrizionali più studiati in questo ambito, il resveratrolo continua a far parlare di sé per i benefici multifunzionali che la sua supplementazione apporta a vantaggio della salute cerebrale e in generale di una vita sana.
Su questo tema, l’azienda biotech Evolva ha recentemente condiviso una nuova review scientifica in cui evidenzia come l’assunzione di resveratrolo sia in grado di migliorare le performance neurocognitive attraverso:
QUI puoi leggere il nostro articolo in cui parliamo dei principali meccanismi d’azione del resveratrolo in ambito neurocognitivo messi in luce grazie al lavoro di Evolva.