Inizialmente sviluppata come antistaminico, la NIAPRAZINA ha successivamente trovato impiego nel trattamento dei disturbi del sonno a causa del suo principale effetto collaterale: la sonnolenza. Questa molecola è infatti in grado di attivare le strutture serotoninergiche coinvolte nel sonno lento, risparmiando quelle noradrenergiche deputate alle fasi di sonno paradosso. La buona tollerabilità del farmaco e l’assenza di fenomeni di accumulo e/o assuefazione ne hanno favorito l’utilizzo nei pazienti pediatrici con agitazione psicomotoria.